EILANTIA (stanza privata) Si alzano le palpebre della fanciulla assopita nel candido letto. Dalla luce filtrata dalla grande finestra, capisce che è già meriggio, e che il sonno l'ha rapita per lungo tempo. le mani si stendono pigre innanzi a sè, mentre
trattiene un piccolo grido di dolore, mentre la camicia di lino strofina sul suo ventre. Si alza piano, facendo attenzione a non forzare troppo il suo corpo, eppure s'accorge di stare già meglio, rispetto al giorno precedente. Sta recuperando
le forze, il respiro è più regolare e il dolore meno intenso. Si sfila la camicia di lino ed osserva il suo corpo. L'ematoma è ormai mutato in colori di terra, giallo ed ocra. Sintomo di guarigione, pensa felice, mentre il segno della violenza
spicca come un insulto sulla candida pelle. Si avvicina alla bacinella e si sciacqua il corpo martoriato ed il viso. Poi afferra la veste di velluto, quella che non aderisce sul corpo e la infila più agevolmente del solito. Sorride serena
mentre s'acconcia i capelli in una treccia elaborata, che ferma co un nastro nero. S'avvicina all'uscio con passo meno sofferto e più ottimismo nel cuore.
JHANE §sala del trono§ filtrano tiepidi i raggi del sole,facendo capolino dalle feritoie che graffiano antiche mura.e come riflettori su di un palcoscenico,ulliminano l'ampia stanza.Lusso che riecheggiafra i corridoi,racocntando memorie suadenti.Ed
al centro del disegno,un Trono,si impone autoritario su gelidi gradini di marmo.due mani guantate di rosso pizzo,adagiate su braccioli dorati.le affusolate dita che giocano con gli intarzi della regal poltrona,carezzandone i rilievi...Corpo di
statua che or,elegante accavalla le lunghe gambe,lasciando che la lunga veste di rossa e nera seta,ricada sobria in infinite pieghe sugli orli.Ad incoronare tal Superbia,sol un diadema chiuso a goccia sulla fronte,sfumature dorate,che spiccano
su capelli scarlatti arricciati con eleganza.e fra i gioielli e ricami di cui Discordia si fa Signora,uno ven'è,che maggiore di qualsiasi smeraldo,inabissa i suoi occhi.Vanità. E come uno specchio ripiegato su se stesso,riflette la sua anima su pensieri di cristallo,troppo fragili per esser percepiti,senon in vago sorrisetto volluttuoso.Sorniona come una gatta che fa le fusa su un cuscino,attende Duval..cosa? qualsiasi idea,pensiero,pretesto che la allonani da l'unica essenza che
in un sol sbadiglio ingoierebbe il mondo vinto e muto.il Tedio.
EILANTIA (stanza privata-corridoio) Esce dalla stanza la fanciulla, con passi più decisi, quasi normali, nel lungo corridoio. La lunga veste di velluto verde sfiora il pavimento con un dolce fruscio. Non tiene più la stoffa tra le mani, nel tentativo
di staccare la veste dal corpo dolorante. Adesso il dolore è divenuto fastidio e quindi decisamente sopportabile. Filtra luce nel corridoio, disegnando forme brillanti nel pavimento che attraversa lentamente. La sua mente divaga ancora, come spesso le...
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