1. CHIEDO OSPITALITA' PER IL MIO BAULE

    AvatarBy eilantia il 24 May 2015
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    EILANTIA (biblioteca) Ha di fronte uno sconosciuto. Come sia arrivato a Barrington e perchè sia lì è ancora da scoprire. Quello che è chiaro è il fatto che Nemàin Raine gli piaccia. O lei, o il suo petto prosperoso, dalla direzione dello sguardo. E' un uomo non giovanissimo, ma dal corpo snello. E' entrato con discrezione ed ora se lo ritrova di fronte. Lei con la sua piccola attaccata al seno, e protetta dallo scialle di seta nera, che la tiene attaccata alla madre. Indossa un abito porpora, generosamente scollato, per gran gioia di Nemàin. Il crine è acconciato in elfica foggia e tempestato di piccoli rubini. Indossa le sue gioie, ed ora che ha ripreso ad uscire, reca con sè anche i suoi veleni, celati tra le pieghe della sua veste, sulla destra. La bimba, invece, è posata sul seno sinistro, per poterla cullare col suo battito. Dopo un istante di silenzio, è lei a parlare per prima ''Benvenuto, in questo tempio del sapere. Non mi sembra d'avervi mai visto. Posso aiutarvi in qualche modo, messere?'' Ha entrambe le mani posate sul grembo. La bimba pesa ancora troppo poco per necessitare il supporto del suo braccio. Lo scialle ben annodato, al collo e dietro la schiena, è più che sufficiente. (empatia liv2)

    ACHERONTE_VAGAI (salottino) ''Acheronte Vagai, è un piacere incontrarvi milady, mi ha parlato di voi Variniel. Non sono molte le cose che devo dirvi. Se non che vi ringrazio per questo dono. Una nuova vita è una scoperta, è speranza. E poterla osservare così da vicino… davvero, grazie” il tono della voce è sereno, le parole scandite con precisione, è ben disposto verso Rose, la prima impressione a volte condiziona i rapporti futuri, di questo ne è conscio, la sua è positiva, spera sia così anche per la donna (capacità propria: dialettica). Posato in terra, sul lato sinistro della sedia riposa una piccola sacca.

    EILANTIA (salottino) Variniel. Quindi un forestiero ben accetto, agli occhi della Rosa Nera. Gli sorride quando sente nominare l'amico, ed ancor di più dopo i complimenti rivolti alla piccola ''Non ha neanche una luna, il mio tesoro. Una bimba bella e preziosa...e come avete modo di costatare, anche buona. Sarà perchè la porto sempre con me, ma sembra non le dia noia alcun spostamento, nè orario. E' nata con la notte infinita. Chissà se vedrà mai il sole...'' Per quanto lei ne gioisca per sè stessa, prova un certo rammarico che la piccola possa crescere nel buio eterno. Scuote il capo, quasi a rendersi conto del suo divagare ''Scusate le chiacchere, messere. Sono una madre innamorata della sua creazione. Ditemi dunque perchè Lord Variniel vi ha consigliato di venirmi a trovare. Qualche tomo da consultare? Informazioni sulla città?...Domandate senza indugio, Ser Vagai...'' Una piccola pausa, e poi incalza ''Piuttosto, da dove venite? Il vostro non mi sembra un accento del nord...'' (empatia liv2)

    ACHERONTE_VAGAI (salottino) si ...

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    Last Post by eilantia il 24 May 2015
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  2. SANGUE SULLE LABBRA, CAOS NEL CUORE

    AvatarBy eilantia il 24 May 2015
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    LHAAR [piazza - P.d.G.] Un uomo che un tempo veniva definito ''senza nome'' vaga per la piazza di Barrington reggendo con la mano destra una pergamena accartocciata, avanzando in direzione del Palazzo del Governatore con passo lento, fin troppo lento, quasi fosse un morto che cammina mosso dalla fame di oscura redenzione. Ciò nonostante la cadenza è molto pesante: ogni passo portato in avanti verso la meta predefinita rimbomba disperdendosi nell'aere, con ritmo regolare e verosimilmente inquietante, come un canto di morte che annichilisce il silenzio avvolgendo il luogo con il suo manto oscuro. Si, era un uomo senza nome per scelta, in pochi conoscevano il suo vero nome, oggi è un uomo senza nome perchè ha dimenticato, perchè è vuoto, perchè non saprebbe neppure di essere Lhaar di Jeskaal se non fosse stata Discordia a fargliene menzione. Il nordico veste con un paio di pantaloni neri, scuri anche gli stivali in pelle, sopra una camicia bianca che tuttavia rimane oscurata dalla presenza di un mantello che, al momento, avvolge quasi interamente la sua figura, lasciando in bella vista soltanto il suo viso e i suoi lunghi capelli corvini. Inizia a salire i gradini, uno dopo l'altro, fissando i suoi occhi di ghiaccio sul portone di legno che lo separa dall'atrio del Palazzo. Poi, una volta raggiunto il portone chiude la mano sinistra a pugno e batte per tre volte le nocche sulla lignea superficie.

    EILANTIA (sala del trono) E' in attesa. L'uomo dovrebbe aver già ricevuto la missiva, e la luna calante, nonostante non sia più sinonimo di fine della notte, dovrebbe sancire il loro incontro. Ha indossato un abito di broccato nero, dal corpetto attillato, e la cui scollatura, a seguito della gravidanza, dona visioni ben più prosperose. Il crine è acconciato in elfica foggia e tempestato di rubini.Indossa le sue gioie e lo scialle di seta nera, legato dietro al collo, ed alla vita esile, che contiene la sua bambina. Forse non dovrebbe portarla sempre con sè, ma è poco più d'un fagotto, e stare attaccata al petto con le sue piccole manine, mentre ascolta i battiti del suo cuore, sembra le piaccia assai. La testolina vellutata sbuca dalla stoffa semitrasparente, rendendo palese la sua presenza. Bussano all'uscio. Lerch, com'è avvezzo, s'appresta ad aprire all'ospite. I passi pesanti del servitore, echeggiano nel silenzio della sala del trono. E' buio, come sempre, ed ormai vivono con le torce accese ed i camini fulgidi a tutte le ore. ''Chi chiede udienza?'' La voce baritonale di Lerch, supera la barriera di legno. Intanto Discordia s'appresta verso il tavolino dei liquori. A breve riinconterà il fu confratello.

    LHAAR [ingresso - atrio] La porta si apre verso l'interno, i suoi occhi freddi e glaciali vanno a scrutare in avanti per catturare le minuzie, ogni singolo particolare dell'atrio, dalle fattezze del pavimento agli ornamenti delle pareti, nel tentativo...

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  3. CERCO IL CAOS

    AvatarBy eilantia il 23 May 2015
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    AIROLG [esterno palazzo] l'aria fredda della sera punge la sua ispanica pelle,la giornata passata in piazza al mercato è stata rilassante,anche fin troppo,dei grossi sbadigli poco nascosti gli compaiono,ma le sue tasche sono quasi vuote e la casa dove spesso piove dentro non è un granchè,forse è il momento di trovare un lavoro che gli frutti più di un semplice pasto così convinto che al palazzo del governatore lo possano aiutare,si avvia verso le scale con passi pesanti,i neri scarponi che hanno sicuramente visto giorni migliori così come il resto del suo vestiario,spicca però alla cinta in pelle uno stemma in argento di un corvo,anch'esso rovinato ma di pregiata fattura,il lungo mantello raffigura sul retro lo stesso animale arrivato ora ai gradini che precedono l'entrata si ferma un istante ad osservare il grosso portone,tre i colpi rapidi con la mano destra aperta,e dopo pochi secondi ripete il gesto aspettando una risposta dall'nterno che gli permetta di entrare

    EILANTIA (sala del trono) E' relegata come una reclusa, col suo ventre enorme, affatto celato dal velluto nero del suo vestito damascato e bordato d'argento. La scollatura generosa mostra un petto abbondante, consono ad una donna che sta per partorire. Cammina lungo la sala del trono, ripercorrendo il suo perimetro. Camminare le fa bene, ma è troppo freddo per farlo in giardino, dopo il tramonto. Si accontenta di osservare le colonne che costeggiano la zona centrale, ove troneggia lo scranno del Governatore. A tratti posa le mani sul grembo, sentendo il piccolo scalciare. Il crine, acconciato in elfica foggia e raccolto in filigrana d'argento ed ametiste, tintinna passo dopo passo. Si ode bussare all'ampia lignea. Lerch, senza neanche attendere ordini, attraversa l'atrio. Discordia non se ne cura e continua a camminare. Il servitore giunge al portone ''Chi domanda udienza a quest'ora?'' Urla al visitatore, ancor senza aprire.

    AIROLG [esterno palazzo/portone] sente una voce palesemente scocciata della sua presenza,sorride divertito e bussa altre 3 volte ''non sono un mendicante aprite non fa mica caldo qua fuori'' si allontana ora di un passo dal portone con le braccia conserte attendendo con impazienza che la porta si apra ,i foltii capelli ricci sono umidi e un p'ò increspati, la voce di prima non da più risposte ed il sorriso sul suo volto sparisce già stufo di aspettare,''cerco il caos!'' urla il ragazzo bussando altre 3 volte,sa che un tempo viveano li al palazzo,quindi forse alcuni erano ancora la a volte

    EILANTIA (atrio-sala del trono) Cerca il Caos? Richiesta curiosa, anche se non troppo bislacca, visti i trascorsi del Governatore in carica ed il presente di due dei suoi arciduchi. Lerch apre l'ampio portone senza troppa fatica ed osserva il visitatore dall'alto in basso sussurrando con tono baritonale ''Il Caos non abita più qui, ma seguitemi....

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  4. L'ELFA E L'ORSO

    AvatarBy eilantia il 23 May 2015
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    ARANYL [sala degenze]Entra nella sala degenze la silvana, cercando di non fare troppo rumore per non svegliare chi sta riposando. É andata a dare un'occhiata ad Okthar, poiché dopo la sera in cui la sua presunta compagna lo ha visto è passata soltanto qualche volta durante la giornata ed ora sembra il suo turno.Una veste bianca copre le gentili forme dell'Eterna, mentre i lunghi capelli sono disciolti lungo le spalle.

    OKTHAR [sala degenze] Dorme il nordico di un sonno inquieto, che gli strappa parole spezzate ed incomprensibili appena sussurrate a fior di labbra. Il colorito è pallido, più del solito, e segni scuri sembrano essere scavati sotto gli occhi. Si agitano piano le membra, di movimenti irriflessi dalla sconosciuta origine. Quasi d'improvviso spalanca gli occhi, sbattendo le palpebre più volte prima di riuscire a mettere a fuoco la sala ed infine proferendo un solo nome, con voce flebile e spezzata. ''Rose.''

    EILANTIA (sala degenze donne-sala degenza uomo) Ha resistito. Più di quanto s'aspettasse. Un intero giorno, almeno da quello che la luna le ha fatto dedurre. Alla fine non ha resistito oltre. Abbigliata ancora con la sua veste da camera bianca e scalza, prende uno dei teli che servono ad asciugare i degenti, e con quello lega a sè la bambina. Con un paio di nodi, la piccola si trova appesa sul suo petto, proprio all'altezza del cuore, e come sembra gradire la piccola, suo malgrado, anche Discordia, che scopre che questa ingegnosa soluzione, le tiene libere entrambe le mani, permettendole di muoversi agevolmente. Col crine sciolto sul corpo di nuovo agile, esce dalla sua porta, e si ritrova a percorrere a piedi nudi, il breve percorso per l'altra sala degenze. Busserà alla porta, con delicatezza, e poi rimarrà in attesa di una risposta.

    ARANYL [Sala degenze]Sorride. Gli umani sono così tenere a sua avviso. Anche quando sono in bilico fra vita e morte portano il nome dell'amata sulle labbra. Posa una mano sulla fronte di Okthar per sentire se ha la febbre e comunque per rassicurarlo. Mi spiace, non sono Rose. Sono solo Aranyl...> le parole escono calde e piacevoli dalle labbra della minuta silvana che solitamente riesce a rassicurare i pazienti.

    OKTHAR [sala degenze] All'avvicinarsi dell'elfa un'ombra di preoccupazione transita sul volto di lui fino a trovare rifugio nello sguardo, ancorato sulla figura di lei. Quando ella posa la mano sulla sua fronte cerca quasi di scostarsi, agitandosi maggiormente e cercando di muovere il busto, bloccato però da una fitta di dolore che gli strappa una smorfia. boccheggia qualche momento, nel tentativo resistere alla sofferenza provata, continuando però ad esaminare la figura della silvana fissa china su di lei. Sente i colpi alla porta ma non si azzarda nemmeno a voltarsi in quella direzione. ''Non ti conosco.'' risponde però, ostinatamente, alla silvana. Non troppo rassicurato, a dire il vero.
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    Last Post by eilantia il 23 May 2015
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  5. OKTHAR IN FIN DI VITA

    AvatarBy eilantia il 23 May 2015
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    EILANTIA (sala degenza) Ha trascorso il pomeriggio sonnecchiando, tra una poppata e l'altra. L'aver perso la cognizione del tempo, le ha impedito d'accorgersi che non è sorta alba, nè il giorno ha preteso il suo posto nel cielo. Le luci delle candele l'hanno cullata, mentre lei faceva lo stesso a sua figlia. Ha canticchiato dolcemente, e Nemàin ha mangiato e dormito serenamente. Ora che è passato qualche giorno è in grado di vedere, finalmente, i colori della sua bambina. La pelle è chiara e nigreo il crine, come i suoi e quelli di Okthar, ma sembra abbia rubato ad entrambi qualcosa, come se al Caos ed all'Equilibrio, volesse strappare un segno di riconoscimento. I lineamenti sembrano cesellati nel marmo, delicati come quelli della madre, dalla forma allungata degli occhi, al nasino minuto. Il colore delle pupille, invece, ha le sfumature di tempesta di quelle del padre. D'un grigio plumbeo, venato di blu e d'argento, spiccano sul visino pallido, come un oscuro monito. Per il resto, fa quello che fanno tutti gli infanti. Salvo che lei non sarà mai come gli altri bambini, se non altro per eredità. Discordia sospira. Le manca il suo uomo. Non si rende conto da quanto è assente, ma certamente più d'un giorno. Da quanto tempo è lì? Forse dovrebbe tornare a palazzo, ma con Edave si sente così al sicuro...

    EDAVE (H - atrio) E' appena tornata dal bosco oscuro, qualcosa di strano è successo, nemmeno le fitte trame intricate degli alberi sono riuscite a nascondere la mancanza del giorno. E' stata notte, la caccia è stata portata a compimento e così il riposo ma quando il branco ha ripreso forme umane era ancora notte. Gli occhi di tutti si sono levati ad osservare quel cielo in cui le stelle hanno continuato a compiere il giro della notte anche quando vi doveva essere il sole. Ha corso il Decano e solo la sua mente razionale le ha impedito di impazzire, le ha impedito di spaventarsi e di gridare in quell'evento così peregrino da colpire i cuori pavidi. La parte di bestia è stata presto cancellata dalla parte di sè in cui ancora è presente la donna, l'umana, ha fatto appello a tutte le sue conoscenze per rinsavire e tornare lentamente a casa continuando a gettare occhiate in tralice al cielo che ora si è riempito di una luna morente e triste che la rende fastidiosamente molle e prova di forze. Tra i capelli le foglie del bosco oscuro, indosso l'abito che ha lasciato alla sua tana e a quella di blazen per le occasioni. la mano che apre la porta mentre i sensi si tendono a cercare di capire se qualcosa sia cambiato e se tutte stiano bene.

    OKTHAR [sala degenze] Il nordico si trova incosciente da quando il Padre in persona lo ha sottratto al campo di battaglia affidandolo alle cure degli Ospitalieri del Sanitarium. Il sonno e l'incoscienza che gli sono state donate non sono però destinate a durare a lungo ed il corpo ferito abbisogna di urgenti cure. Si agita piano in quel sonno comatoso, mo...

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    Last Post by eilantia il 23 May 2015
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  6. SIETE VOI LA MEMORIA

    AvatarBy eilantia il 23 May 2015
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    INISYL (Sanitarium)Una cascata di capelli rossi sciolti, che sulle spalle formano quasi una cortina simile alle ragnatele che prendono fuoco di uno strano e insolito incubo. Una macchia nera si intravede sul petto, persino sotto al corpetto che scopre la sommità del seno ma non vistosamente. Ha addosso abiti 'civili' ossia un paio di pantaloni, stivali e cintura, ma appese alla stessa stanno le sue due spade. Lei si reca in visita in quel luogo, senza simboli in vista, semplicemente perchè vuole incontrare il Decano, ma sarà sua premura, ricordando di Discordia, passare per la sala visite, alla ricerca di quel viso ben noto. Così non vi è nessuno che conosce stasera nel luogo di cure, ben più ampio di come fosse una volta, eppure conosce abbastanza quel luogo da trovare presto la sala dedicata ai degenti. Si staglia sulla porta,la Signora dei Parassiti. Non ha un aspetto poi troppo curato, il suo viso ha la tensione di chi non dorme poi molto. Trascende la sua volontà, essere il Ductor. Lei è qualcuno che incarna una guida, senza pretese ma si può dire, senza umiltà, non senza una buona, anzi ottima cognizione di causa. Le resta da chiarire se ha ben scelto nella via che hanno avuto i caotici. Ora marchiata lo è anche lei, ma non dai fedeli , nè dagli dei. Lei, in quanto ductor della morte, lo è dai morti.

    EILANTIA (sala degenza) Ha un'espressione distrutta. Come se fosse tornata da una battaglia campale contro un drago di fuoco, combattuto con un mestolo di legno. Eppure è serena. Con la piccola Nemain Raine, assopita sul seno abbondante, sembra la fortunata che ha stretto a sè il Sacro Graal. Appena riprese le forze ha scritto due missive. Al Ductor ed al Governatore, informandoli dell'avvenuto parto.Poi si è goduta la sua bambina. Okthar s'è allontanato, non si sa dove, ma è abituata a non domandare, così come pretende da lui. Bacia la peluria corvina, sulla testa dell'infante. C'è silenzio, e questa pace invita alla riflessione, Non vuole essere una madre distaccata, come fu la sua. Al contempo non vuole trascurare i suoi doveri. Nemàin la seguirà, ovunque, finchè questo non dovesse mettere a repentaglio la vita della bimba. Lo promette a sè stessa. Una figlia di Morrigan ha un destino glorioso. Rammenta quegli occhi color tempesta, come quelli del padre. Sorride stanca. I capelli sciolti incorniciano il viso, particolarmente pallido, ma gli occhi che guardano Nemàin sono ebbri d'amore.

    INISYL (S.d.=Si aspettava di rivederla, così prossima al parto da sembrare molto diversa in un modo che la inquieta, più distrutta che sana. Invece ha un aspetto in qualche modo trionfante. ''La vita a cui auguro la Morte Interiore. Congratulazioni Apocalisse Discordia.'' esclama osservando per ora soltanto quel poco che è bastevole a capire che è un erede quello che stringe Eilantia. Le và vicino, in quel modo di muoversi che è sia leggero che guerrigliero, riconoscendo di una lotta ignota a lei, i...

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  7. LA NASCITA DI NEMàIN RAINE

    AvatarBy eilantia il 23 May 2015
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    EILANTIA (vicoli-sanitarium) Non sa esattamente se è iniziata prima quella sensazione di dolore al basso ventre, come se improvvisamente il bambino stesse scivolando giù dal grembo, o tutta quell'acqua che le è scivolata tra dalle gambe, come se fosse diventata improvvisamente incontinente, fatto sta che un qualcosa le ha fatto intuire che il tempo di correre al sanitarium era giunto. Gettandosi sulle spalle il mantello ed accontentandosi dell'abito nero ed argento che ha indosso e delle treccine sciolte sul corpo, incurante del bisogno d'una acconciatura consona, si limita a sperare d'essere abbastanza veloce, reggendosi a stento alle braccia solide di Okthar e limitandosi ad annaspare e strillare a tratti, mentre gli infila le unghie nella carne ''Veloci...uff uff...velo...AHHH! Piccolo BASTARDO! Oddea!!! Questo è figlio dell'isola! Mi sta lacerando il VENTRE!!! Uff...uff...'' Non appena svoltano, vedendo l'edificio innanzi a loro, le lacrime scendono copiose per il sollievo ''ECCO! Morrigan, aiutami tu!'' E cerca di farsi forza per camminare quegli ultimi metri. Forse doveva andar lì prima, ai primi dolori. Il sudore le scivola caldo sulle tempie ''AAAGH! No! E' un CAOTICO! Piccolo BASTARDO!'' La serata si prospetta movimentata.

    OKTHAR [vicoli - sanitarium] Era pronto, quasi di ronda alla camera della Rosa Nera da quando era tornato, deciso ad intervenire tempestivamente ora che il momento cruciale si stava approssimando. Quando le prime avvisaglie si erano presentate, subito avvertite dalla donna, non aveva perso un momento in domande o altro, limitandosi a farle da sostegno mobile lungo la strada dal Palazzo al Sanitarium, scandita dalle grida e dalle imprecazioni della donna. ''Sarà una femmina invece, assomiglia alla madre.'' Afferma con un pizzico di ironia, cercando di distrarre l'attenzione, e forse l'ira, della donna sulla sua voce. Cammina seguendo l'andatura di lei, senza forzarla nonostante l'urgenza, e tuttavia cercando di sostenerla quanto più possibile perché non abbia a fermarsi o rallentare. ''Dove sono i tuoi confratelli quando servono?'' Le domanda ora, provocandola.

    EDAVE (cucina) E' ancora spaesata, sono passati da pochi giorni i momenti in cui la luna piena la ha fatta trasformare e ricordare ciò che è successo è fumoso e a tratti ma è perfettamente chiaro nella sua mente. ha ancora in bocca il ricordo del sapore della carne del cinghiale e nelle orecchie la corsa al fianco di Henz attraverso in bosco oscuro in quella forma così assurda e assunta in modo così doloroso. E' tornata al sanitarium appena la luna ha perso la sua forma tondeggiante. Il desiderio della caccia ancora nel sangue ma abbastanza lucida da rendersi conto che quello di Gildor è stato un dono e non si è trattato di una maledizione come pensava Valstaf....

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    Last Post by eilantia il 23 May 2015
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  8. IL RITORNO DI OKTHAR

    AvatarBy eilantia il 23 May 2015
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    OKTHAR [esterno ---> stanza musica] Passi. Passi risuonano all'interno del Palazzo, altrimenti silenzioso, dopo che il nordico si è introdotto dall'ingresso principale. Rapido scambio di sguardi - il meno possibile - e parole - idem - con l'onnipresente maggiordomo e subito il gaelico si incammina deciso tra le sale appartenute al Caos. La mente è però ancora distante, lasciando al corpo l'incombenza di condurlo alla sua destinazione, persa nei tortuosi meandri del ricordo e dell'attesa. Vesti da viaggio sono quelle che indossa, assaisimili nella foggia ai suoi antichi indumenti, completate da un manto bruno il cui cappuccio ricade però sulle spalle. Il volto è così scoperto, pallido e severo come di consueto, lo sguardo fiero e attento adombrato però da una cupa sfumatura. Varca in quel momento la soglia dell'ultima sala, bussando un paio di colpi prima di introdursi all'interno.

    EILANTIA (stanza della musica) E' poggiata al ligneo stipite dell'ampia vetrata. Osserva il giardino esterno, ancor spoglio. Presto i rovi intricati mostreranno un roseto profumato, tra le loro spine. Ancor prima, lei partorirà. La mandritta è poggiata sul ventre prominente. Il velluto purpureo copre, ma non cela, la tonda e morbida curva del grembo maturo. Ampie maniche svasate coprono le braccia candide, lasciando scoperte solo le mani pallide e sottili. Il petto, cresciuto abbondantemente, oltre ogni sua aspettativa, si lascia a stento racchiudere nella generosa scollatura. Si domanda se vi è già del latte in esso. Le duole assai quando cerca di stringersi stringhe delle vesti. Si vede sformata e goffa, nonostante tutti si complimentino con quella gravidanza, che sembra averla resa ancor più bella e desiderabile. Il bambino scalcia sulla mano e lei carezza il piedino. L'acconciatura è raccolta al capo con piccoli rubini e filigrana d'argento. Gli occhi neri splendono come notti stellate sul volto marmoreo. Mai è stata più splendente la sua pelle lattea. Tonda e luminosa, come una luna piena in una notte d'estate. Passi giungono in lontananza. Crede di riconoscerli, ma non vuole crederci. Bussano, e poi la lignea si apre. Da quanto manca? Forse non tantissimo, ma abbastanza d'averla trasformata, fisicamente. L'ultima luna, e forse la piena accettazione di quella gravidanza, hanno portato la piena mutazione del suo corpo. La troverà brutta? Indesiderabile? Cerca i suoi occhi, ma non si sposta dalla vetrata. Il cielo aranciato del tramonto la mostra in un alone dorato.

    OKTHAR [stanza musica] Rapido è lo sguardo che dona all'intera stanza, abbastanza familiare ormai da non necessitare un approfondito esame, per poi soffermarsi sull'unica altra figura già presente. Ne incrocia lo sguardo con intensità e determinazione, abbozzando un sorriso eppure senza proferire ancora verbo alcuno. Ne osserva dunque l'intera figura, rendendo più palese l'incresparsi delle labbra, mentre ora si avvi...

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    Last Post by eilantia il 23 May 2015
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  9. LA MALEDIZIONE

    AvatarBy eilantia il 19 May 2015
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    VARINIEL [SdT - H]Porta abiti comuni,una maglia nera ,calzoni e stivali del medesimo colore.In quello dx porta il suo pugnale,e alla vita,il medaglione del drago.Sul pettorale sx svetta come marchiata a fuoco la stella al rovescio della maledizione.Dopo aver morso Valstaf sembra che qualcosa sia cambiato.La pelle gli brucia e gli da noia,tutto attorno sembra irritato quasi. Si gratta,con le dita della mano dx,mentre in quella sx regge l'erba pipa avvolta in una foglia di tabacco.Si versa nervosamente un brandy,scolandoselo poco dopo senza che nessuna reazione sul suo viso prenda forma.

    EILANTIA (corridoio-sala del trono) Un fruscio lieve accompagna la Rosa Nera. L'abito color porpora, che esalta la sua pelle candida, accompagna il suo passo ondeggiante. La scollatura ampia è evidenziata da un pizzo sottile, ed il medaglione nobiliare risalta sul petto d'alabastro. Le ampie maniche scivolano quasi il pavimento pregiato mentre lei tiene le mani al grembo, arrotondato e teso a dismisura.Nessuna possibilità ormai di celare questa gravidanza giunta al termine, ma neanche più desìo di farlo. Il petto gonfio e pronto ad allattare il nascituro, quasi fuoriesce dalla scollatura dell'abito, stretto da un'unica stringa sotto il suddetto. Eppur la cura maniacale nell'acconciatura, il velluto morbido sovrastato da veli di seta color sangue e la pelle luminosa e vellutata, la rendono forse più bella che mai. Entra nella sala , appena saputo che il Governatore è tornato a casa. Tante cose hanno da dirsi. E' il momento di parlare di lei. Del Caos. Della sorte di Barrington. Della maledizione che ha colpito l'amico. Lo cerca con lo sguardo, mentre lui si serve da bere ''Variniel...'' Solo un sussurro. Ma lui sentirà.

    VARINIEL [SdT - H]Si volta lentamente,riponendo il calice sulla credenza.''Amica mia...''D'impatto non si ravvede del pancione,ma proprio quando gli indica di entrare e accomodarsi,ecco che salta all'occhio l'evidente sporgenza.''Forse è troppo tempo che le nostre strade non si incrociano...''Si muove verso di lei,buttando dal naso il fumo inalato poc'anzi. Vuole vederla bene,studiare quella pancia.Accenna un espressione facciale divertita quasi.''Ebbene..presto un nuovo adepto verrà alla luce...o meglio...alle ombre fredde e tetre di queste terre.''Tenta di accarezzare la pancia con la mano dx,mentre trattiene una smorfia di fastidio a causa di una fitta al petto segnato.Lo sguardo non muta espressione,seppur gli occhi restino fissi sul grembo materno.

    EILANTIA (sdt) Abbassa lo sguardo sul ventre prominente e sorride al fu confratello ''Qualche luna, si...ma a dire il vero ho nascosto questa gravidanza sino alla fine. Non ero molto convinta di voler mettere al mondo un figlio....'' S'avvicina abbastanza da farsi accarezzare il ventre. Il piccolo, in tutta risposta, scalcia con foga. Non sfugge a Dis...

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    Last Post by eilantia il 19 May 2015
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  10. MORTE IN TE, CANTRIUS

    AvatarBy eilantia il 19 May 2015
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    INISYL (Portone->Sala della musica)''Aprimi Lerch!'' finalmente Lerch non potrà più ridicolizzare i simboli che porta con quel suo nefasto sorrisetto da bacucco. Entra nel palazzo di gran carriera e lasciando un cavallo legato fuori, a riprova di quello che è lei, tutto sommato anche Caotica ma Cavaliere. Si immerge nell'atrio in penombra del primo luogo da lei visitato da quando il fu Serhlis le diede l'effige. E ora Ductor per Caso, ma solo per il Caos, si trova a chiedere di Discordia. Deve, Deve, incontrarla. Lo fa seguendo un percorso noto- ma di molto tempo addietro- che la conduce alla Sala Musica. ''Sembra che l'arte ultimamente mi perseguiti. Segnale del destino, della serie: datti al tamburello che è meglio?'' dirà dopo la sua ECCEZIONALE (come no) performance con il tamburo. Lascia che sia l'uomo ad annunciarla, perchè rammenta che era incinta e forse è indisposta o stanca. Indossa un'armatura media e le sue spade, inoltre ha lo scudo sulla schiena, non può più permettersi di essere 'di peso' e quindi ostacolata, o catturata o peggio uccisa. Non perchè la sua singola vita abbia valore ma per ciò che porta indosso di cui sente un peso. Se dopo essere stata annunciata, Eilantia deciderà di riceverla, si accingerà ad entrare e rivederla, con un saluto ''Mors Vobis Apocalisse. '' e lo sguardo che adesso ammanta i suoi occhi è più solenne ma non più arrogante. ''Come state? Volevo incontrarvi...'' è chiaro che dovranno parlare anche di cose serie, ma si permette, la rossa i cui crini spaziano fra le dure forme del corpetto di acciaio, quel varco di convenevoli, di cortesia persino, che le appaiono doverosi e forse anche piacevoli.

    EILANTIA (stanza della musica) Ormai il ventre è talmente prominente che cammina arcuata all'indietro, pur di bilanciare il peso. Maledetto marmocchio...ma quanto è grande? Mentre tiene la mancina sui reni, nel tentativo di calmare il dolore fitto alla schiena, osserva la sua arpa dorata, alla luce del tiepido sole. Vorrebbe suonare, ma non ci riesce più. E' solo una vacca sformata che tenta ancora di condurre una vita normale. Il tempo è quasi giunto. Sente il figlio sempre più in basso, ed i suoi calci sempre più vigorosi. L'abito di velluto, stretto sotto il seno abbondante, lascia che la stoffa cangiante, d'una raffinata sfumatura di viola, scivoli sulle forme morbidissime. E' bellissima, luminosa nel volto e vellutata sulla scollatura prominente, ma lei non ci crederebbe mai. Vede solo i suoi compiti sempre più limitati, e non se ne fa una ragione. Quando Inisyl entra nella stanza, le sorride amara, eppur il suo tono è gentile e caldo ''Mors in te, Signora dei parassiti. Sei venuta a vedere se farò prima a partorire o esplodere?'' Il tono è sarcastico e anche appena preoccupato. Avanza di qualche passo verso la vetrata ''Versati da bere e raccontami. E' quasi u...

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    Last Post by eilantia il 19 May 2015
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